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Presentazione
Il
Manifesto dell'Acqua, redatto nel settembre 1998 da
un Comitato Internazionale presieduto da Mario Soares e
da un'iniziativa di Riccardo Petrella si
basa su quattro idee chiave:·
- fonte insostituibile di vita,
l'acqua deve essere considerata un bene comune
patrimoniale dell'umanità e degli altri organismi
viventi;·
- l'accesso all'acqua, potabile in
particolare, é un diritto umano e sociale
imprescrittibile che deve essere garantito a tutti
gli esseri umani indipendentemente dalla razza,
l'età, il sesso, la classe, il reddito, la
nazionalità, la religione, la disponibilità locale
d'acqua dolce;·
- la copertura finanziaria dei
costi necessari per garantire l'accesso effettivo di
tutti gli essere umani all'acqua, nella quantità e
qualità sufficienti alla vita, deve essere a carico
della collettività, secondo le regole da ella
fissate, normalmente via la fiscalità ed altre fonti
di reddito pubblico. Lo stesso vale per la gestione
dei servizi d'acqua (pompaggio, distribuzione e
trattamento);·
- la gestione della proprietà e dei
servizi é una questione di democrazia. Essa è
fondamentalmente un affare dei cittadini e non
(solo) dei distributori e dei consumatori
Il diritto alla vita
Veniamo
dall'Africa, dall'America Latina, dal Nord America, dall'Asia e
dall'Europa. Ci siamo riuniti nel 1998¹ con nessun'altra
legittimità o rappresentatività se non quella di essere
cittadini preoccupati dal fatto che 1 miliardo e 400
milioni di persone del pianeta su 5 miliardi e 800 milioni di
abitanti non hanno accesso all'acqua potabile.
Questo è intollerabile.
Ora il rischio è tale che nell'anno 2020, quando la popolazione
mondiale sarà di circa 8 miliardi di esseri umani, il
numero delle persone senza accesso all'acqua potabile aumenti a
più di 3 miliardi.
Questo è inaccettabile.
Possiamo e dobbiamo impedire che l'inaccettabile diventi
possibile. Come?
E' nostra convinzione che sia possibile raggiungere un tale
obiettivo se si seguono i principi e le regole qui descritti. |
L'acqua appartiene agli abitanti della terra |
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In
quanto fonte di vita insostituibile per l'ecosistema, l'acqua è
un bene vitale che appartiene a tutti gli abitanti della
Terra in comune.
A nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso il diritto
di appropriarsene a titolo di proprietà privata.
L'acqua è patrimonio dell'umanità. La salute
individuale e collettiva dipende da essa.
L'agricoltura, l'industria e la vita domestica sono
profondamente legate ad essa.
Il suo carattere «insostituibile» significa che
l'insieme di una comunità umana — ed ogni suo membro — deve
avere il diritto di accesso all'acqua, e in particolare,
all'acqua potabile, nella quantità e qualità necessarie
indispensabili alla vita e alle attività economiche.
Non ci può essere produzione di ricchezza senza accesso
all'acqua.
L'acqua non è paragonabile a nessun'altra risorsa:non può essere
oggetto di scambio commerciale di tipo lucrativo.
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Un diritto collettivo |
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L'acqua appartiene più all'economia dei beni comuni e
della distribuzione della ricchezza che all'economia
privata dell'accumulazione individuale ed altre forme di
espropriazione della ricchezza.
Mentre nel passato la condivisione dell'acqua è stata spesso una
delle maggiori cause delle ineguaglianze sociali, la
civilizzazione di oggi riconosce l'accesso all'acqua
come un diritto fondamentale, inalienabile, individuale e
collettivo.
Il diritto all'acqua è una parte dell'etica di base di una buona
società e di una buona economia.
E' compito della società, nel suo complesso e ai diversi livelli
di organizzazione sociale, garantire il diritto di accesso,
secondo il doppio principio di corresponsabilità e sussidiarietà,
senza discriminazioni di razza, sesso, religione, reddito o
classe sociale
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L'acqua per la solidarietà |
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Le risorse d’acqua sono distribuite in modo ineguale.
Anche i redditi lo sono. Questo non significa che deve esserci
anche ineguaglianza nell’accesso all’acqua fra le
persone, le comunità e le regioni. Inoltre,
l’ineguaglianza nella distribuzione dell’acqua e della ricchezza
finanziaria non significa che le persone ricche d’acqua e ricche
economicamente possano farne l’uso che vogliono, anche venderla
(o comprarla) all’esterno per derivarne il massimo profitto (o
piacere).
In numerose regioni del mondo l’acqua rimane una fonte di
ineguaglianze fra uomini e donne, in quanto
queste ultime portano tutto il peso dei lavori di casa che
dipendono dall’acqua.
Queste ineguaglianze devono essere rimosse.
Sul nostro pianeta ci sono ancore troppe guerre legate
all’acqua perché molti stati continuano a usare l’acqua
come strumento a supporto dei loro interessi strategici di tipo
geo-economico, al fine di acquisire un potere egemonico sulla
regione circonstante. E’ necessario e possibile liberare l’acqua
dall’influenza degli stati orientati egemonicamente. L’acqua è «
res publica ».
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La rete di parlamentari |
La creazione di una rete di parlamenti
per l’acqua
E’ nei parlamenti, principali organi della rappresentanza politica nelle società
occidentalizzate, e in simili istituzioni in altre civiltà, che cade la
responsabilità di modificare l’esistente legislazione attraverso l’applicazione
dei principi sopra delineati.
Definire una nuova cornice legislativa a livello locale e nazionale ma anche a
livello internazionale e mondiale è uno dei principali compiti dei parlamenti
per riempire il vuoto che esiste in questo campo a livello mondiale.
La priorità è quella di definire un « trattato mondiale sull’acqua » che
legalizzi l’acqua come bene patrimoniale vitale, comune a tutta l’umanità.
Questo, per esempio, escluderebbe
l’acqua da tutti gli accordi commerciali internazionali (come
quelli esistenti nell’ambito dell''Organizzazione Mondiale del
Commercio - WTO), come già accade nel campo culturale.
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L'acqua è l'affare dei cittadini |
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Creare le condizioni necessarie per assicurare l’accesso
all’acqua, effettivo e sostenibile, è un problema che concerne
tutti i membri della società.
E’ anche un tema inter-generazionale.
E' compito infatti delle generazioni attuali di usare,
valorizzare, proteggere e conservare le risorse d’acqua in modo
tale che le generazioni future possano godere della stessa
libertà di azione e di scelta che per noi stessi oggi
auspichiamo.
I cittadini devono essere al centro del processo
decisionale.
La gestione dell’acqua integrata e sostenibile appartiene alla
sfera della democrazia.
Non è l’affare delle competenze e del know-how dei tecnici,
degli ingegneri, dei banchieri.
Gli utenti possono e devono giocare un ruolo chiave mediante
scelte e modi di vita più ragionevoli, equi e responsabili
necessari per assicurare la sostenibilità ambientale, economica
e sociale. |
Le proposte |
Allo scopo di far diventare i principi
elencati una realtà nei prossimi 20-25 anni, nel corso dei quali
2 miliardi di persone si aggiungeranno alla popolazione attuale,
proponiamo che vengano prese e realizzate le seguenti misure,
parti integranti di un «World Water Contract » da realizzarsi
lungo due assi principali:
- la creazione di una « rete di parlamenti per l'acqua »
- la promozione di campagne informative, accrescimento
della consapevolezza e della mobilitazione sul tema «acqua
per tutti».
Proponiamo inoltre la costituzione di un Osservatorio
mondiale per i diritti dell'acqua
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La campagne di informazione e sensibilizzazione |
Promozione di campagne d''informazione,
di sensibilizzazione e di mobilitazione
1. Sviluppo (o modernizzazione)
dei sistemi di distribuzione e sanitarizzazione dell’acqua per
le 600 città della Russia, Africa, Asia, America Latina e paesi
europei che avranno più di un milione di abitanti nell’anno 2020
e i cui acquedotti (sistemi) sono già oggi obsoleti, inadeguati
o inesistenti;
2. La lotta contro nuove fonti di inquinamento dell’acqua nelle
città del Nord America, Europa occidentale e Giappone, dove la
contaminazione del terreno, sia in superficie che in profondità,
sta diventando sempre più preoccupante, seria e in alcuni casi
irreversibile.
Queste azioni rispondono all’obiettivo di "3 miliardi di
rubinetti”.
ONG, sindacati e scienziati hanno a questo proposito un ruolo
essenziale e determinante. A questi scopi, deve essere data
priorità a:
1. La riforma strutturale dei
sistemi di irrigazione nell’agricoltura industriale intensiva.
La soluzione esiste già come, per esempio, « l’irrigazione a
goccia». La moderna agricoltura esistente è il principale
consumatore delle risorse di acqua fresca del pianeta (pari al
70% dell’estrazione totale mondiale, di cui la maggior parte è
per l’irrigazione).
Ancora il 40% dell’acqua per irrigazione si perde lungo la
strada dalla fonte al serbatoio. Inoltre, l’agricoltura
industriale è fonte dei maggiori danni e minacce all’ambiente
(in particolare la salinità del suolo e l’idromorfismo.)
2. Una moratoria di 10-15 anni
per la costruzione di nuove grandi dighe che hanno finora creato
problemi considerevoli di breve e lungo periodo all’ambiente,
alle popolazioni locali e alla possibilità di una gestione
dell’acqua integrata e sostenibile.
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Un osservatorio mondiale |
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La costituzione di un Osservatorio
Mondiale per i diritti dell’acqua
Il
principale obbiettivo di questo osservatorio sarà di
raccogliere, produrre, distribuire e diffondere le informazioni
il più possibile rigorose ed affidabili in merito all''accesso
all''acqua dal punto di vista dei diritti individuali e
collettivi, alla produzione dell’acqua, all’uso, alla sua
conservazione/protezione e allo sviluppo democratico
sostenibile.
L’osservatorio deve diventare uno dei punti di riferimento
mondiali per le informazioni sui diritti dell’acqua, a supporto
delle più efficienti forme di partnership e solidarietà per
l’acqua. |
Il Comitato internazionale |
Il presente Manifesto è stato redatto a Lisbona
(Valencia) Spagna , nel corso del 1998 da un Comitato internazionale per il
Contratto Mondiale sull’Acqua, composto da persone che provenienti da diversi
continenti si sono preoccupati del fatto che un 1 miliardo e 400 milioni di
persone del piante non hanno accesso all’acqua potabile.
Il documento è stato redatto su iniziativa del Gruppo di Lisbona, grazie al
contributo finanziario della Fondazione C. Gulbenkian, della Generalitat
Valenciana, dello istituto da Agua e el Gruppo IPE-Agua do Portogallo.
Il Comitato Internazionale è
presieduto da Mario Soares e coordinato da Riccardo Petrella
(Segretario Generale)
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Dal sito
http://contrattoacqua.it |
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